Magazine Lavoro
Mettiamoci anche l’agenzia delle entrate che non si è ancora sentita per l’iniquo adeguamento richiesto.
Se una volta la miseria significava non avere da mangiare, oggi come dovremo ridefinirla? Non avere i soldi per pagare le spese condominiali? Oppure per le bollette di acqua, luce e gas?
Sembra facile dire che, bene o male, oggi mangiano tutti ed è vero: qualcosa per riempire la pancia si trova sempre.
È tutto il resto che ci fa sentire miserabili, tutto ciò che una volta, chi non possedeva niente, non doveva preoccuparsi di pagare. Ma se non pago le spese condominiali, l’elettricità o l’assicurazione dell’auto, come finirò?
Forse oggi essere misarabili non significa più mettere insieme il pranzo con la cena, ma pagare un’infinità di cose che non ci servono effettivamente. Cose che ci fanno credere siano indispensabili, ma che alla fine non lo sono. Bisogni inventati ad arte, superfluo fatto passare per indispensabile.
Anni fa, in un viaggio al confine tra Santo Domingo e Haiti, ci portarono a vedere come viveva la gente che aveva poco o niente, ovvero gli haitiani utilizzati nelle piantagioni di canna da zucchero a Santo Domingo.
Vivevano in condizioni miserevoli, in capanne di legno e paglia, oppure in fatiscenti baracche col tetto di lamiera. Ci meravigliammo di come mai, gente così povera, avesse tanti figli.
“In questa parti del mondo - ci spiegò la guida - i figli sono la pensione dei padri. Più figli fai, più probabilità hai che quando non sarai più in grado di lavorare, ci sarà qualcuno che si prenderà cura di te”.Cosa dobbiamo fare allora? Vivere in campagna e nutrirci di ciò che riusciamo a produrre, sperando che i nostri figli possano accudirci quando non avremo più la forza di zappare la terra?Ma qui stiamo parlando di un medioevo prossimo venturo, senza che non si alzi una voce di protesta, senza che la rabbia di giovani e diseredati trovi una via per manifestarsi, senza che la verità venga a galla.
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